Si registra un calo drastico del prezzo del petrolio, che arriva ai minimi storici, a differenza di quello dei carburanti che aumenta: le ragioni.
Nel 2025, si è verificato un netto calo dei prezzi del petrolio. Le stime dell’Energy Information Administration – infatti – indicano che il prezzo medio del Brent si attesterà intorno ai 65 dollari al barile, in discesa rispetto all’anno precedente. Nonostante questo dato possa essere incoraggiante per l’economia mondiale, c’è da dire che gli automobilisti italiani non hanno notato una riduzione proporzionale dei prezzi della benzina alla pompa. Anzi, in molti casi, i listini sembrano fermi o addirittura in lieve rialzo.
Prezzo del petrolio in calo
Il prezzo del petrolio al barile cala, arrivando a 65 dollari, ma quello dei carburanti al distributore non subisce lo stesso effetto. Ciò – nei fatti – è legato al sistema fiscale italiano, che grava, in modo importante, sul prezzo dei carburanti.
Più della metà del prezzo finale della benzina, infatti, è costituito dalle accise, imposte fisse che non si modificano al variare del costo del petrolio.

Su questo importo si applica anche l’IVA, calcolata sull’intero prezzo, incluse le accise. Di conseguenza, dunque, anche un eventuale crollo del prezzo del greggio può avere effetti limitati sul costo applicato alla pompa.
Raffinazione, distribuzione e strategie commerciali
Oltre alla pressione fiscale, intervengono altri fattori che contribuiscono a mantenere elevati i prezzi della benzina.
I costi di raffinazione e distribuzione, ad esempio, non subiscono variazioni immediate o proporzionali rispetto al prezzo del barile. Il carburante, prima di arrivare al distributore, deve attraversare una lunga filiera fatta di trasformazioni industriali, logistica e margini commerciali che restano spesso invariati.
Inoltre, le compagnie petrolifere e i distributori possono adottare strategie di prezzo al fine di stabilizzare i margini di guadagno, soprattutto in contesti di incertezza o volatilità del mercato.
A ciò si aggiunge un elemento tecnico: la benzina venduta oggi potrebbe provenire da scorte acquistate settimane o mesi prima, quando il prezzo del petrolio era ancora alto. Tale sfasamento temporale tra l’acquisto delle scorte e la vendita al dettaglio, dunque, alla fine dei conti, contribuisce a rallentare l’adeguamento dei prezzi.
Il calo riscontrato sui carburanti, d’altronde, è minimo: solo 2 centesimi in meno al litro sia per benzina che per gasolio. Infine, il prezzo medio attuale della benzina self service si aggira intorno a 1,764 euro al litro, mentre il diesel, sempre in modalità self, mantiene una media di 1,662 euro al litro.